“Così come è vero che le riforme non si fanno coi pennarelli, è altrettanto vero che l’Italia ha bisogno di più tecnici e di meno politici, o, meglio ancora , l’ideale sarebbe che i politici fossero tecnici di professione e politici di passione”.
Risponde così il Sottosegretario Walter Ferrazza alle dichiarazioni del Presidente Ugo Rossi che ha condannato quella che è solo una delle versioni del “Disegno di Legge Costituzionale”, da giorni, come già dichiarato dal Sottosegretario, già superata ed aggiornata. Il progetto di cui trattasi è in verità una innovativa ipotesi di ridisegno territoriale dell’Italia, frutto di uno studio nazionale realizzato con il preziosissimo contributo della Società Geografica Italiana, che verrà presentato ufficialmente entro le prossime due settimane, completo del relativo Disegno di Legge. Lo studio propone il riordino territoriale dell’Italia in 31 Regioni, e non 36 come inizialmente ipotizzato, individuate secondo criteri geografici, demografici, culturali, infrastrutturali e sociali, e nasce per essere concreta risposta alle esigenze manifestate dai singoli territori, alle problematiche emerse e derivanti da incompatibilità legislative, e che tiene conto delle loro specificità storiche e valoriali.
“La politica deve essere pronta a fare riforme adeguate, sostanziali, lungimiranti, e rispondenti alle esigenze dei singoli territori”, prosegue Ferrazza, “invece è ormai consuetudine additare con superficialità le proposte senza prima valutarle, strumentalizzandole per sferzare attacchi. Le dichiarazioni del Presidente Rossi forse non avrebbero trovato spazio se avesse analizzato la proposta, aggiornata, e ne avesse compreso gli obiettivi e i vantaggi. Il Trentino Alto Adige, nello specifico, è stato ripensato, e posso affermare, è stato addirittura migliorato. E lo dico con consapevolezza ed orgoglio delle potenzialità del nostro sistema di autonomia, che è stato altresì preso come modello da esportare e duplicare”.
“Le riforme”, prosegue Ferrazza, “devono essere fatte in concerto con i territori e con chi, i territori, li vive e li amministra. Chiudere al dialogo significa precludere la possibilità di lavorare insieme ad un futuro migliore. Mi rammarica perciò l’atteggiamento del Senatore Panizza che ha liquidato la possibilità di un confronto con chi, in questi mesi, nelle numerose occasioni di lavoro condiviso, ha dimostrato di conoscere l’autonomia e di difenderla.”
Lo studio, in linea con i principi dell’ attuale percorso Governativo, vuole esserne contributo e motivo di approfondimento, diventando quindi un’importante occasione per ragionare di confini diversi, in qualche caso più ampi, che possano concorrere allo sviluppo di diversi territori con peculiarità simili, tenendo conto di importanti assets strategici quali competitività, sostenibilità ambientale ed innovazione. “Toccare i confini” significa guardare oltre, aprire a nuovi orizzonti per poter rispondere a mutate esigenze storiche, economiche e culturali.
Realizzato inoltre con l’obiettivo di ridimensionare il contenzioso costituzionale tra lo Stato e le Regioni e assicurare al medesimo Titolo V un maggiore grado di effettività, riallineando la Costituzione scritta alla Costituzione vigente e adeguandola alle mutate esigenze della Società, lo studio risponde alla necessità di modernizzare l’assetto istituzionale italiano, sì da costruire un sistema razionale ed in grado di bilanciare le ragioni delle autonomie locali con le esigenze della semplificazione e dell’efficienza.
Infine il ridisegno degli attuali confini regionali porterà alla creazione di nuove realtà che saranno idonee a diventare i centri propulsori per una nuova gestione amministrativa della cosa pubblica, oltre che strumenti per l’edificazione di un rinnovato patto di cittadinanza.
“Lo studio”, conclude Ferrazza, “verrà presentato dal MIR. Perché c’è bisogno di una nuova politica per una nuova Italia. Ne approfitto per allegare l’anzicitata versione aggiornata del progetto, con 31nuove regioni, e un diverso e già pensato assetto per il Trentino, pregando il Presidente Rossi, se lo volesse fare, di rendersi propositivo ”.