...Sono Popolo per il Popolo, non definitemi politico, chiedetemi piuttosto cosa posso fare per Voi
“Io sono Popolo per il Popolo, non definitemi politico, chiedetemi piuttosto cosa posso fare per Voi e per il Nostro Paese”. Riassume così il proprio entusiasmo ed impegno Walter Ferrazza, candidato alle Prossime Europee nella circoscrizione del Nord Est nelle Liste di Forza Italia.
“Voglio innanzitutto ringraziare il Presidente Berlusconi che, candidandomi, ha dimostrato di aver riconosciuto ed apprezzato la mia lealtà al Partito, in nome della quale lo scorso dicembre ho rassegnato le dimissioni da Sottosegretario. Ritengo inoltre che la scelta di includere nelle liste persone nuove, dinamiche, capaci e che condividono un nuovo modo di fare politica, partendo dai territori, sia espressione della volontà del Partito di costituire una nuova classe dirigente dando vita ad una nuova generazione politica che, anche in Europa, possa valorizzare le specificità e le peculiarità di ogni Regione del nostro Paese”. “Abbiamo una grossa responsabilità, oggi”, prosegue Ferrazza,
“Non si tratta di stabilire se rimaniamo in Europa o se ne usciamo. Nella necessità di riconsiderare gli accordi con gli altri Paesi della Comunità, dobbiamo comunque fare in modo che essere in Europa sia un vantaggio per l’Italia. Dobbiamo sfruttare l’Europa quale opportunità di crescita e di sviluppo economico, dando prova all’Europa delle grandi potenzialità del nostro Paese. Dobbiamo prendere e spendere tutto quello che possiamo, tenendoci anche il “resto”.
Mi riferisco nello specifico a tutti i finanziamenti che le Regioni nel quinquennio precedente non sono state in grado di gestire e che pertanto sono tornati nelle Casse dell’Europa. Un gran peccato. Considerando la crisi in cui versa il nostro Paese.” “Abbiamo oggi la responsabilità di rappresentare in Europa il popolo: dobbiamo essere portavoce dei territori, e risposta alle loro esigenze.
Questo è un grande insegnamento che mi ha dato l’esperienza da Sottosegretario. Le persone vogliono davvero un cambiamento. Non possiamo più prometterle le risposte, ma darle! Oggi dobbiamo rimboccarci le maniche e cominciare a posare e cementificare i mattoni di una nuova storia. Per tutti questi motivi sarà fondamentale assumere un atteggiamento da amministratori, non da illusionisti. Andremo perciò in Europa per fare, non per parlare”.
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