Queste le parole di Walter Ferrazza, pronunciate domenica 30 Giugno 2013, in occasione del 30° raduno degli Alpini, tenutosi al Rifugio Contrin in Marmolada
"Autorità civili, religiose e militari,
desidero innanzitutto ringraziare l’Associazione Nazionale Alpini per avermi invitato oggi a prendere parte a questo importante appuntamento. Per il 30° anno, gli alpini si riuniscono in questo storico rifugio, protagonista indiretto e testimone di tante battaglie, per onorare la memoria del capitano Arturo Andreoletti – figura di spicco del I conflitto mondiale, fondatore e presidente dell’ANA, nonché principale artefice delle sorti del rifugio stesso – e con Andreoletti quella dei caduti di tutte le guerre.
La storia legata a questi luoghi è indubbiamente ricca di significati che superano le barriere temporali e sono tanto più attuali quanto più difficile è il periodo che il nostro Paese sta vivendo....
Questo rifugio, infatti, costruito sotto l’Austria-Ungheria alla fine dell’Ottocento, distrutto durante la I guerra mondiale e in seguito riportato a nuova vita e più volte ampliato e rimodernato, è una perfetta metafora del faticoso cammino che la costruzione europea ha dovuto affrontare e ancora oggi affronta. Partendo da un’epoca in cui le ragioni della politica non trovavano spazio e i popoli europei si combattevano l’un l’altro, questo cammino ha alternato fasi di grande slancio ad altre di maggiore difficoltà e pur tuttavia ha dato frutti importanti. Proprio come un rifugio alpino, l’Unione Europea ha costituito per i nostri popoli un sicuro riparo dai mali del totalitarismo, della povertà e della guerra, garantendoci il più lungo periodo di pace e di prosperità della storia. Un risultato non certo scontato quando i padri fondatori dell’allora Comunità Europea del Carbone e dell’Acciaio – tra cui Alcide De Gasperi, che non a caso proprio nella nostra provincia ebbe i natali – lanciarono il loro folle e visionario progetto.
Mi preme sottolineare questo aspetto proprio oggi, di fronte a voi che del corpo degli Alpini avete fatto e fate orgogliosamente parte e che come Alpini avete messo e mettete con coraggio la vostra vita a repentaglio in luoghi lontani come l’Afghanistan allo scopo di garantire la pace e la democrazia al nostro e ad altri popoli. Come già Pericle nell’ antica Grecia ricordava, nessuno più di un soldato sa quanto prezioso sia il bene della pace e nessuno più di un soldato sa quindi quanto sia necessario preservare quel bene.
Per questo oggi, nel giorno della commemorazione del capitano Andreoletti, in questo luogo così denso di storia, voglio formulare l’auspicio che la strada verso un comune strumento di difesa europeo venga percorsa in tempi rapidi, in modo che le antiche divisioni non debbano mai più tornare e che le future generazioni possano finalmente riconoscere nell’Europa unita la loro madrepatria."