Ferrazza incontra Moratti e puntualizza: “lo sport non è solo un gioco”

il Sottosegretario di Stato Walter Ferrazza, in occasione del suo incontro con il Presidente dell’ FC Internazionale Massimo Moratti e dei recenti fatti di cronaca, entra nel merito del suo pensiero legato allo sport:

"Personalmente ritengo che tutte le discipline sportive portino con se delle esperienze meravigliose e formative. Lo sport non è solo un esercizio legato al fattore agonistico e competitivo, ma rappresenta di fatto un contesto dove si maturano ideali e socializzazione. La formazione di un atleta contempla rigore e rispetto concorrendo così anche al miglioramento morale delle persone. 

Svolgere attività sportiva a qualsiasi livello e in qualsiasi contesto generazionale, crea di fatto non solo una preparazione fisica, ma forma anche la mente e la virtù, che costantemente viene orientata e formata verso il raggiungimento di un proprio risultato, sia esso conseguito singolarmente che in un collettivo di una squadra.

Proprio questo aspetto formativo, deve farci riflettere quando ci troviamo di fronte a fattori degenerativi, che non rispettano i cardini essenziali delle discipline sportive. I recenti scandali (anche se in realtà il fenomeno è davvero di vecchia data; già dai tempi dell’antica Grecia, Galeno di Pergamo, il medico-filosofo degli atleti dell’antica Olimpia, tramanda che si usavano stimolanti per migliorare le prestazioni.) ci riporta drammaticamente alla distorsione della filosofia sportiva,proprio come affermava Pierre De Coubertin, barone fondatore delle Olimpiadi moderne, che già in epoche meno sospette dichiarava: "Alcuni aspetti dei Giochi devono farci riflettere: una performance è truccata quando è il frutto di un allenamento divenuto l’alpha e l’omega di un’esistenza e quando si dopa un atleta come un cavallo".

L’uso di sostanze dopanti e quindi l’aberrazione della moralità e deve essere combattuto in maniera radicale, non possiamo permettere che questo contesto così importante e formativo per tutta la nostra società, rischi di marcire, di degenerare proprio dal suo interno.


Personalmente non tollero sentir dire che ormai il fenomeno è dilagante sin dalla notte dei tempi e a poco serve sentire affermare “così fan tutti”…Credo che oggi più che mai serva innescare un processo di radicale cambiamento, riportando rigore e disciplina all’interno di questo meraviglioso ambito che deve continuare a vivere la sua esistenza nella maniera più pura possibile. Ritengo che oggi più che mai si debba ricorrere a soggetti esterni, quali garanti di un nuovo corso, estranei a quello stesso mondo, che oggi più di ieri rischia di decadere e implodere per sua propria colpa e responsabilità.”