Considerazioni e valutazioni sul futuro delle macro regioni

Ora la domanda è: che cosa ne pensa Roma delle macroregioni? A livello centrale saranno viste come un'opportunità da cogliere oppure come un pericoloso nemico da arginare? Ne parliamo con Walter Ferrazza, Sottosegretario di Stato agli Affari Regionali e Autonomie.

Sottosegretario Ferrazza, potrebbe chiarire che cosa ha portato all'istituzione delle macroregioni in Italia e con quali scopi e funzioni sono nate? Il processo di istituzione delle macroregioni nasce per essere un’opportunità: permette infatti, attraverso il pragmatico coordinamento delle istituzioni e delle risorse già esistenti, una più intensa collaborazione in grado di raggiungere obiettivi di sviluppo territoriale che travalicano i confini. Una maggiore partecipazione delle Regioni, in cui ognuna contribuisce con l’apporto delle proprie specificità, che permette di creare nuove reti di cooperazione e di utilizzare in modo più strategico le risorse disponibili. L’obiettivo deve essere il raggiungimento di servizi comuni più efficienti, rinunciando a forme individualistiche di parcellizzazione.... SEGUE
In un Paese come l'Italia, crede che le macroregioni potrebbero essere causa di un ulteriore distacco socio-culturale e di un aumento del divario economico tra il Nord e il Sud del Paese? Qual è l'opinione del Governo al proposito?Affatto! Penso esattamente l’opposto. Le macroregioni rappresentano, infatti, un sistema politico che, per sua stessa natura, deve coinvolgere la Comunità, lo Stato centrale e le autorità regionali e locali, in una scala geografica transnazionale per far fronte a problematiche comuni con un impatto positivo per tutti i partecipanti. L'approccio integrato e cioè in un’azione collettiva che mira a un obiettivo comune -integrando diversi attori, diverse politiche e diversi programmi di finanziamento- necessita di un lavoro condiviso su questioni che travalicano i confini, avendo un'efficacia superiore a quella che si avrebbe lavorando in modo frammentato e individuale. Questo sistema non può che accomunare i territori coinvolti ma richiede la solidarietà di tutti i soggetti, contribuendo da un lato a migliorare l’unità nazionale e dall’altro a coinvolgere tutte le zone anche senza soluzione di continuità.


Il Commissario Johannes Hahn ha affermato che è prematuro parlare delle caratteristiche della Regione Alpina (istituita a Grenoble il 18 ottobre scorso) perché tecnicamente non esiste ancora. Sottosegretario, potrebbe delinearne brevemente i tratti salienti e chiarire quando entrerà a tutti gli effetti in 'funzione'?  Non posso dare tempi certi. Posso però affermare che l’attenzione nei confronti della Regione Alpina è molto alta, e che sta diventando una priorità culturale e sociale: ne è dimostrazione il fatto che se ne parla sempre più spesso, quando solo qualche mese fa in molti non ne conoscevano l’esistenza. Ritengo urgente e necessario che il Governo e le Regioni si impegnino nella costituzione di un gruppo di lavoro, con personale tecnico altamente specializzato, che si occupi di individuare i settori di interscambio e determinando conseguentemente le modalità di collaborazione. Questo ci permetterà di dare i tempi esatti di attuazione e messa in funzione del sistema.

Che cosa pensa Roma di queste nuove entità 'sovranazionali' presenti sul territorio italiano? Come si articola il rapporto tra macroregione e Stato?Il Governo guarda con interesse queste nuove entità. Si tratta, comunque, di un modello politico innovativo nel quale ognuno degli attori ha un ruolo principale e nel quale l’ente locale pariteticamente a quello nazionale contribuisce al perseguimento di obiettivi comuni grazie ad azioni collettive.

Nel futuro prossimo, è prevista l'istituzione di ulteriori macroregioni che vedranno coinvolta l'Italia?L’Italia è coinvolta nella regione Adriatico-Ionica 'EUSAIR', per la quale il Consiglio Europeo ha invitato la Commissione a presentare una Strategia UE entro la fine del 2014. Il progetto EUSAIR interesserà, oltre all’Italia, altri tre Stati membri dell’UE (Grecia, Slovenia e Croazia) e quattro Paesi extraeuropei (Albania, Bosnia-Erzegovina, Montenegro e Serbia). Questo dimostra come le macroregioni siano la realizzazione di un progetto transfrontaliero ma anche 'trans-comunitario', che, oltrepassando i 'confini politici comunitari', da vita ad un nuovo modello di cooperazione, dove lo sforzo collettivo, la responsabilità comune e una pianificazione congiunta servano a superare sfide ambientali, economiche e di sicurezza. 

A breve inizierà il semestre italiano alla presidenza dell'Unione Europea (giugno-dicembre 2014), che obiettivi intende portare avanti il Governo sul tema macroregioni? L’obiettivo del Governo deve essere quello di proporre ed adottare strategie che possano dimostrare qual è il valore e l’apporto che può dare il sistema delle Macroregioni. Questo può accadere attraverso politiche di rafforzamento della cooperazione transnazionale, mediante azioni volte allo sviluppo territoriale integrato connesse alle priorità comunitarie sulle quali il Governo si dovrà impegnare.

Come abbiamo detto i GECT o macroregioni hanno l'obiettivo di promuovere la cooperazione transazionale al fine di rafforzare la coesione economica e sociale. I settori in sinergia sono: comunicazione, cultura, formazione, giovani, scienza e ricerca e patrimonio naturalistico. Sottosegretario Ferrazza secondo lei, nel concreto, i cittadini che si trovano all'interno di queste macroregioni europee, di quali benefici potranno godere?  E il resto del Paese ne trarrà qualche agevolazione?   L’obiettivo delle macroregioni è quello di affrontare congiuntamente problemi comuni, trasformando gli stessi problemi in opportunità. In particolare in almeno tre settori la macroregione porterà risultati positivi: nelle infrastrutture, nella scuola e nell’imprenditoria. Soprattutto in questo ultimo settore, la costituzione di società con imprenditori di un territorio più articolato renderà la loro presenza nel mercato internazionale più complessiva, sia sotto il profilo della dimensione che in quello delle disponibilità finanziarie. 'Transfrontaliero' diventerà, quindi, un nuovo sistema culturale e imprenditoriale, un nuovo modo di pianificare le attività, un nuovo quaderno su cui scrivere il futuro.

Da non confondere le macroregioni con le euroregioni (senza personalità giuridica), che nascono da semplici accordi tra Regioni transfrontaliere. Queste ultime sono istituite su iniziativa degli Stati membri senza il diretto coinvolgimento della Commissione Europea. Sottosegretario Ferrazza, in Italia, ad oggi, esiste qualche esempio di Euroregione?  Un esempio di Euroregione è quello che coinvolge il Veneto e il Friuli Venezia Giulia con la Repubblica di Slovenia, il Land austriaco della Carinzia e le Contee croate Litoraneo-montana e Istria. Lo scopo comune è quello di rafforzare lo sviluppo e la coesione economica, sociale e culturale tra aree contigue, coordinando l'azione di Governo e legislativa, promuovendo uno sviluppo economico e sociale congiunto, sviluppando e realizzando progetti a favore delle comunità locali nei campi della sanità, dell'ambiente e dei servizi sociali.